Non bisogna pensare che i problemi all’anca riguardino solo le persone comuni, infatti anche i grandi sportivi possono accusare problemi di questo tipo. Ovviamente, l’ artrosi che colpisce gli sportivi professionisti ha cause che sono diverse da quelle che, ad esempio, compaiono alle persone di mezza età o più anziane, tuttavia il dolore è uguale.
Lo stress a cui sono sottoposti gli atleti durante allenamenti, gare e competizioni condiziona e può comportare problemi all’anca. Ma anche il conflitto femoro-acetabolare e la predisposizione individuale all’artrosi dell’anca sono alcune delle cause che possono portare la cartilagine della testa del femore a usurarsi. In particolare, il conflitto femoro-acetabolare è una causa piuttosto comune di artrosi dell’anca tra gli sportivi: si pensi che un tennista professionista, durante un match, può dover cambiare direzione di lato, in avanti e indietro, per 2-3 ore di continuo, sottoponendo a grande stress l’anca.
Generalmente, il dolore è avvertito insieme ad uno scatto dell’anca, in altri casi il dolore è riferito all’inguine, come pubalgia. A ogni movimento della gamba, la testa del femore si muove e ruota nell’acetabolo, l’osso del bacino che la accoglie, grazie alla cartilagine che la riveste. Se non trattato, il conflitto femoro-acetabolare può portare a artrosi. Alcuni sportivi sono più a rischio, come i runner, chi pratica rugby, calcio, tennis, basket, volley, ma questo non vuol dire che gli atleti debbano rinunciare ai loro sport e alle loro carriere.
A seguito di visite specialistiche, ci sono diverse strategie per curare il dolore all’anca: nelle fasi iniziali, l’ artroscopia dell’anca, che permette di osservare l’articolazione al suo interno e capire l’entità reale del problema, e infiltrazioni sotto guida ecografica con acido ialuronico, possono aiutare lo sportivo a prendere tempo, continuare a praticare sport, rallentando un po’ con gare e allenamenti. Dopo un primo periodo di beneficio, in genere gli atleti che fanno dello sport la loro carriera professionale e quindi non possono smettere di allenarsi e gareggiare, devono ricorrere all’intervento chirurgico di protesi.